Cosa sono le curve di crescita

Tra  le domande che una mamma e un papà si pongono ci sono sicuramente quelle che riguardano la crescita del proprio bambino. “Mio figlio ha una altezza e un peso normali per la sua età ?” è la domanda fatidica!

È importante tenere a mente che non esistono un peso e un’altezza ideali, poiché sono valori molto variabili che dipendono da numerosi fattori. Esistono però range di riferimento all’interno dei quali il trend di sviluppo viene considerato nella media; in caso di variazioni, è sempre meglio consultare il pediatra per ulteriori esami, valutazioni e trattamenti.

Per monitorare lo sviluppo del bambino esistono le curve di crescita. Si tratta di semplici grafici sui quali riportare le misurazioni di altezza, peso e circonferenza cranica. Misurando il bambino costantemente nel tempo (per esempio tutte le settimane) si ottiene una curva che ci mostra visivamente come procede la crescita.

Questo controllo può essere eseguito già durante la gravidanza, misurando lunghezza e peso del feto attraverso ecografia o ultrasuoni. Le tabelle di riferimento sono ovviamente specifiche per i feti, e sono utilissime per controllare che la gravidanza proceda senza rischi e arrivare così tranquilli fino alla nascita.

Curve di crescita e percentili

Vediamo più nel dettaglio come funzionano e come si usano le curve di crescita.

I percentili di crescita sono l’unità di misura per valutare la crescita del bimbo in altezza e in peso. Si tratta di grafici suddivisi per parametri, come peso, altezza, circonferenza della testa e sesso; sono ottenuti attraverso la misurazione dei parametri di un ampio numero di bambini in modo da ottenere dei valori medi. I percentili servono per confrontare la proporzione di peso e altezza, rendendosi conto visivamente di dove si colloca il bambino rispetto alla media.

Sembra complesso? Facciamo un esempio. Cosa significa se il peso di nostro figlio rientra nel 75° percentile? Significa che pesa più della media dei bambini della sua stessa età e statura: ci saranno infatti 74 bambini che pesano meno e 25 che pesano di più. Il 50° percentile è considerato il valore medio.

Monitorando nel tempo i valori dei percentili relativi a peso e altezza in cui si colloca nostro figlio, potremmo dunque tracciare la curva di crescita. In questo modo è possibile rendersi conto in modo immediato di come sta procedendo lo sviluppo del bambino rispetto alla media dei coetanei.

Come si calcolano le curve di crescita?

Questo calcolo viene generalmente svolto da un professionista durante le visite pediatriche, usando metodi di misurazione e strumenti appositi. Il pediatra misura quindi peso, altezza e, nei primi 12 mesi di vita del neonato, anche la circonferenza cranica. Una volta conclusa la rilevazione dei dati auxologici del bambino, questi vengono riportati sui grafici percentili di cui abbiamo appena parlato.

Ripetendo questa operazione a intervalli di tempo costanti, si otterranno una serie di punti successivi evidenziati sulle coordinate del grafico: unendo questi punti avremo la famosa curva di crescita. Particolarmente importante è la continuità della curva, in quanto indica uno sviluppo regolare e armonico.

Ma da cosa dipende la crescita di nostro figlio? Oltre ai fattori genetici, anche alimentazione e attività fisica svolgono un ruolo chiave per lo sviluppo; assicurarsi che il bambino segua un modello nutrizionale adeguato è il primo, importante passo per una crescita sana. Anche lo sport all’aria aperta, le vaccinazioni obbligatorie nei primi anni di vita e il sonno sono alleati indispensabili per permettergli di crescere in forma e al massimo delle proprie potenzialità genetiche.

Il latte nell’alimentazione dei bambini

Anche dopo l’allattamento e lo svezzamento, il latte rimane un alimento fondamentale per la delicata fase della crescita di un bambino.

Latte e derivati sono infatti una fonte importantissima di calcio, fosforo, potassio, proteine e vitamine. Questo li rende benefici per la salute di ossa e denti, per la crescita e per il corretto sviluppo muscolare.

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Curve di crescita, cosa dice l’OMS

Esistono moltissime tabelle dei percentili, divise anche per etnia e per area geografica. Ma come si fa quindi a decidere che tabella seguire? I pediatri italiani usano come curve di riferimento quelle sviluppate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, realizzate nel 2006 rilevando i dati di un campione di 8.500 bambini di etnie diverse. Queste tabelle sono differenziate tra femmine e maschi, che hanno ovviamente parametri e ritmi di crescita differenti.

In aiuto ai genitori viene anche l’indice di massa corporea (IMC), un indicatore sempre sviluppato dall’OMS, chiaro e semplice da utilizzare. Per ottenere l’IMC del bambino è sufficiente dividere il peso per l’altezza al quadrato; questo rapporto va poi confrontato con quelli riportati nelle curve di crescita dell’OMS.

Se è vero che ritmo e velocità di crescita non sono standard e che ogni bambino segue il suo percorso di accrescimento, è anche vero che bisogna prestare molta attenzione a questo processo e interpretare tutti i sintomi e i segnali che potrebbero indicare eventuali problemi. La modalità più indicata dagli esperti in pediatria è di tenere sotto controllo ogni fase della vita del bambino, dal concepimento e l’età neonatale, fino all’età puberale. Richiedere una consulenza pediatrica, attenersi alle prescrizioni e svolgere eventuali test è fondamentale nel caso che si presentino anomalie o problematiche di qualche tipo.

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